I portici di Bologna

Giuliana Ghiandelli Consulting- Studio Olistico

I portici di Bologna

a large clock of banco di roma arcade bologna emilia romagna italy

I portici di Bologna rappresentano un importante patrimonio architettonico e culturale per la città e ne sono simbolo insieme alle numerose torri.

Non esiste al mondo un’altra città che abbia tanti portici quanto la città di Bologna che misurano circa 40 chilometri nel centro storico, e 62 chilometri quelli fuoriporta. Per via della loro rilevanza artistico-culturale, dal 2021 una parte dei portici bolognesi è un bene culturale patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.

I portici di Bologna nacquero nell’alto medioevo per aumentare gli spazi abitativi e la prima testimonianza storica risale al 1041. Dapprima si aumentò la cubatura delle case ampliando i piani superiori con degli sporti in legno sorretti dal prolungamento di travi portanti del solaio e da mensole dette beccadelli. Gli sporti aumentarono in grandezza, perciò, fu necessario costruire delle colonne di sostegno affinché non crollassero così si crearono i portici che permisero di percorrere le strade con qualsiasi condizione atmosferica.

L’espansione dei portici si ebbe a partire dal 1288 quando un bando del Comune stabiliva che tutte le nuove case dovessero essere costruite con il portico, mentre quelle già esistenti se ne erano prive lo si doveva aggiungere.

In principio i portici furono realizzati in legno, poi a seguito di un decreto del 26 marzo 1568 dal governatore pontificio furono convertiti in laterizio o pietra.

Nella seconda metà del XVI secolo comparvero alcuni dei più importanti portici-loggia di Bologna: il portico che sostiene e nasconde in Strada Maggiore la chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano e il loggiato di Palazzo del Monte in via Galliera.

Un esempio famosissimo è Casa Isolani in Strada Maggiore dove il portico è sorretto da altissime travi in legno di quercia (circa 9 metri) fu eretto circa nel 1250. Altri esempi di portici lignei medievali sono quelli di casa Grassi e delle case dirimpetto in via Marsala, di casa Azzoguidi in via San Nicolò e di casa Ramponesi in via del Carro.

Il Rinascimento dona il portico laterale della Basilica di San Giacomo Maggiore in via Zamboni, il palazzo Bolognini-Isolani e le case Beccadelli in piazza Santo Stefano, inoltre, le arcate decorate con motivi floreali del palazzo del Podestà e l’altissimo portico dei Bastardini in via D’Azeglio, così chiamato perché sotto le sue volte ebbe sede, fino al 1797, l’orfanotrofio della città.

Il portico del Pavaglione va da Via De’ Musei fino a Via Luigi Carlo Farini fiancheggiando Via dell’Archiginnasio (dove si trova lo storico edificio dell’Archiginnasio) costruito a metà del XVI secolo per volere del Papa Pio IV è lungo 139 metri su 30 arcate. Deve il suo nome alla Piazza del Pavaglione (attuale Piazza Galvani) dove si teneva il mercato dei “bachi da seta”.

Il portico degli Alemanni è il più antico di Bologna costruito fuori dalla cerchia delle mura ed il secondo per lunghezza dopo quello che porta al Santuario di San Luca. È lungo 650 metri e consta di 167 archi; fu eretto tra il 1619 e il 1631 per ordine dei Carmelitani Scalzi, collega la chiesa, sull’attuale via Mazzini (l’antica via Emilia), a Porta Maggiore una delle 12 porte di accesso (attribuite ogni porta a un segno zodiacale) della terza cerchia di mura edificate nel XIII secolo.

Il portico di San Luca è il più lungo del mondo, misura 3.796 metri e consta di 666 (numero su cui ci sono diverse interpretazioni) arcate che partono dall’Arco Bonaccorsi a Porta Saragozza fino alla cima del Colle della Guardia, dove si eleva il celebre “Santuario della Madonna di San Luca” meta di pellegrini per venerare l’icona della Vergine con il Bambino. Fu costruito tra il 1674 e il 1721. Il progetto a favore di Camillo Saccenti e Gian Giacomo Monti poi concluso da Carlo Francesco Dotti che progettò l’Arco del Meloncello. Lungo il portico si possono ammirare le statue della Madonna grassa e quindici cappellette in cui sono dipinti i misteri del Rosario, purtroppo in maggioranza rovinati.

Il portico della Certosa fu progettato da Ercole Gasparini che progettò anche l’arco all’imboccatura dove si ammirano le sculture di Cesare Ghibelli e Giovanni Putti, mentre un’epigrafe ricorda che sotto a quel portico morì per mano delle truppe austriache Ugo Bassi l’8 agosto 1849.

Il portico di via Senzanome (1393/1855) progettato alla fine del Trecento è considerato il portico più largo della città dove si trova la Basilica di Santa Maria dei Servi in Strada Maggiore.

Il portico più alto è quello del palazzo dell’Archidiocesi di Bologna in via Altabella sfiora i dieci metri d’altezza.

Il portico più stretto con appena 95 centimetri di larghezza è in via Senzanome, nel quartiere Saragozza che insieme alla vicina via del Fossato, rimanda ad un passato piuttosto “turbolento” della zona, nota per i numerosi postriboli che vi si trovavano.

Le dodici porte, collegate a un segno zodiacale, sono:

  • Porta Sant’Isaia
  • Porta San Mamolo
  • Porta Castiglione
  • Porta Santo Stefano
  • Porta Maggiore
  • Porta San Vitale
  • Porta San Donato
  • Porta Mascarella
  • Porta Galliera
  • Porta Lame
  • Porta San Felice
  • Porta Saragozza